La missione di un poliziotto italiano in Albania, tra arretratezza, criminalità e tradizioni arcaiche, la verità sul volto autentico del paese delle aquile e della sua gente.
Gianni Palagonia è un poliziotto-scrittore costretto a vivere con una falsa identità per proteggere la sua vita e quella dei suoi cari dopo le minacce ricevute dalla mafia.
Nella sua carriera di investigatore è stato impegnato in importanti indagini contro la mafia e il terrorismo e dalla sua esperienza sul campo ha tratto ispirazione per i suoi romanzi, pubblicati anche in Germania e in Olanda.
In questo suo ultimo lavoro, intitolato L’aquila e la piovra, Palagonia regala al lettore un quadro completo sulla situazione dell’Albania post comunista, un paese a metà tra sogni mai realizzati e retaggi del passato che resistono ai cambiamenti del tempo, dove la scelta dell’Italia come paese modello ha creato più danni che benefici.
Appena sbarcato a Tirana, il protagonista che narra tutta la storia in prima persona, si ritrova come proiettato in una realtà fuori dal tempo, in cui le strade finiscono in mulatterie, e i bunker militari sono disseminati dappertutto. I segni delle dittature che hanno governato il paese per oltre quarant’anni sono ancora fortemente presenti, anni in cui anche il solo ascoltare una musicassetta del Festival di Sanremo italiano costituiva reato.
Le relazioni sociali sono regolate da un antico codice comportamentale denominato “Kanun”. Un esempio di questo codice sono le vendette di sangue. Queste si abbattono sui soli discendenti maschi di una famiglia e l’assassinio deve avvenire materialmente al di fuori delle mure domestiche, in quanto la casa è ritenuta un luogo sacro. Questo ha fatto si che il nostro poliziotto si trovasse di fronte a situazioni limite, come quelle di bambini costretti a vivere segregati in casa, senza possibilità di uscire, giocare o andare a scuola.
La condizione della donna è di assoluta subordinazione all’uomo, ultima nella scala sociale e priva dei diritti più elementari. Numerose sono quelle che vengono rapite e destinate alla prostituzione in molte regioni dell’Italia.
Le strade sono pericolose trappole con numerose buche causate dal furto dei tombini. Le condizioni di indigenza in cui vivono molte persone, infatti, fanno sì che i più poveri fra questi si dedicano a raccogliere il ferro sotto forma di lattine, rame o tombini appunto, per poterlo poi rivendere e guadagnarci qualcosa. Molte sono ancora le zone in cui mancano servizi essenziali, come acqua ed elettricità.
La corruzione regna sovrana in settori come la sanità e la giustizia, rendendo difficile il lavoro di chi cerca di sopravvivere onestamente. Alcune città del sud del paese possono dirsi quasi delle zone franche dello spaccio di droga (si stima che fatturi oltre 6 miliardi di euro l’anno) in cui la polizia a volte non riesce nemmeno ad entrare.
In questa crescita e sviluppo della criminalità, la mafia italiana ha inciso pesantemente, provocando una degenerazione della cultura albanese con la complicità di una classe politica locale corrotta che, invece di difendere il proprio paese, ha collaborato attivamente con le organizzazioni criminali straniere. Questo è anche il senso di L‘Aquila e la Piovra, una metafora utilizzata per sottolineare il legame mortale tra la mafia italiana e la criminalità albanese.
Questa difficile situazione però, non deve far pensare al popolo albanese come un covo di criminali senza scrupoli, al contrario, il nostro poliziotto attraverso il suo racconto mette in risalto il vero spirito della gente albanese fatto di grande umanità, senso dell’onore, ospitalità verso il prossimo e soprattutto un’inclinazione fondamentalmente pacifica.
La sensazione dopo aver letto L’aquila e la piovra è quella di trovarci di fronte ad una terra, l’Albania, costantemente sfruttata e violentata dagli uomini e dalla storia. In tutto questo l’Italia ha avuto un ruolo fortemente negativo fornendo degli esempi sbagliati anche a livello culturale. Si pensi, infatti, che la fiction “La piovra” è quella più conosciuta e addirittura mitizzata da molti albanesi.
La sensazione predominante è quella che la fede che molti di loro riponevano nell’Europa occidentale e nell’Italia in particolare dopo anni di regime comunista, sia stata tradita da troppe persone che hanno visto in questa nazione balcanica solamente un occasione di facile arricchimento senza rispetto delle regole. Tutto questo ha penalizzato un paese che vive una fase di transizione democratica più finta che reale, con un popolo illuso dal sogno italiano e ancora costretto a vivere in una situazione di forte disagio.
Una tematica forte per un libro sicuramente interessante da leggere per tutti.
AUTORE: Gianni Palagonia
TITOLO: L’ Aquila e la Piovra
EDITORE: CentoAutori – Collana: L’ Arcobaleno
PAGINE: 384
EURO: € 16,50
ISBN: 978-88-6872-026-1
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