Di Massimiliano Colucci so poco e niente. Vive a Padova, fa il medico e il giornalista e, nel 2010, ha pubblicato una raccolta dal nome Poco meno degli angeli.
Il suo libro, La mela e altri peccati poco originali, mi capita tra capo e collo, inaspettato e improvviso, misterioso e affascinante.
Osservo il libro. La mela stampata in copertina mi guarda impassibile attraverso la sua maschera e m’inquieta parecchio: verde, rotonda, lucida. L’ambivalenza del titolo m’incuriosisce e m’attira come miele. Ci guardiamo con sospetto, di sottecchi.
Le mele, si sa, non promettono mai niente di buono. Eppure non si può fare a meno di esserne attratti. E così, com’era prevedibile, la mela l’ho mangiata. Addentata a piccoli morsi, inghiottita con cautela e digerita con non poche fitte in pancia.
Pubblicato da Il Poligrafo, La mela e altri peccati poco originali è una raccolta di diciassette racconti dai titoli evocativi e accattivanti, tra cui il primo (La mela) e l’ultimo (Peccati poco originali) che ricostruiscono il titolo della raccolta in un cerchio che trova la sua conclusione e ingloba tutti gli altri. I temi sono tantissimi: il suicidio, l’alcolismo, il sesso, la letteratura, il giornalismo, l’aborto…
I personaggi altrettanto numerosi: giornalisti, madri, mariti, medici, pendolari, scrittori, sacerdoti, adolescenti… Ma che cos’hanno in comune tutti questi racconti? A tratti niente. Ad altri tutto. Un insieme di vite, un groviglio di possibilità, una ragnatela di percezioni, sensazioni, intuizioni sfocate, sporche, lucide e brevissime. Eppure fil rouge che tiene insieme queste diciassette storie non è difficile da individuare: sta già nel titolo ed è il peccato. Quello che, forse, è più difficile – da capire e da accettare –è trovarsi di fronte ad un’idea di peccato poco comune, ad un insieme indistinto e non quantificabile di trasgressioni a cui probabilmente mai nessuno fa caso: una bugia, un vizio, un’ossessione, un segreto o un tradimento… Ci avete mai pensato? Avete mai realizzato che ciascuno di noi ha una zona d’ombra, scura, sporca di cui spesso non abbiamo coscienza ma che,costantemente, viene alla luce tramite gesti, parole, sguardi?
Due sono state le cose che mi hanno subito colpito di questi racconti, che mi hanno infastidito da una parte e spinto a continuare a leggere dall’altra: lo stile, già dal primo racconto sfacciato, puntuale, ambizioso, prepotente e delicatissimo, tagliente e morbosamente accattivante; la brevità e l’incompletezza delle storie che mi ha spesso innervosita e lasciato imbronciata, ma che poi ho capito essere uno degli elementi fondamentali grazie al quale questo libro funziona.
In questi racconti, Massimiliano Colucci racconta porzioni di vita, dettagli minuscoli, trasgressioni insignificanti di cui nessuno parla mai, cose che, forse e in qualche modo, si ha paura di nominare per paura di rendere troppo reali, di dar loro consistenza. Per questo, il confine tra bene e male, giusto o sbagliato, tra queste pagine, diventa labile, inafferrabile. Così come la relazione e la comunicazione tra gli individui rinchiusi in una prigione di solitudine che, spesso o sempre, ci condanna e ci relega, rendendoci vittime irreprensibili dei nostri sensi, incidendo in maniera irreversibile sulla nostra vita e su quella degli altri.
Credo fermamente che un libro funzioni quando riesce a tirar fuori, a dare forma e voce a sentimenti, stati d’animo, intuizioni che nemmeno pensavamo di avere già, verità che non appena finiamo di leggere, finalmente, vengono a galla. Questo libro lo fa sin dalla prima pagina con connubio vincente di incompiutezza e perfezione formale che risucchia il lettore in un vortice di luoghi, vite, mezzi di trasporto, stanze interiori, in cui è facile perdere consistenza, liquefarsi, cambiando velocemente forma per adattarsi ad ogni racconto e personaggio senza sforzo apparente, ma con una richiesta di energie non indifferente di cui ci si rende conto solo alla fine.
Dimenticanza, memoria, attualità, angoscia, pianto, riso: sono tutti racchiusi qui questi diciassette racconti, figli dell’occhio attento e della sensibilità raffinata di Colucci, difficili, illuminanti e rifiniti con estrema cura da un linguaggio sensuale, garbato e tagliente.
La mela e altri peccati poco originali forse è un libro difficile da mandar giù, un piccolo concentrato di verità che potreste aver paura di affrontare, però – provare per credere – è anche un frutto di cui potreste scoprire di avere assolutamente bisogno.
AUTORE: Massimiliano Colucci
TITOLO: La mela e altri peccati poco originali
EDITORE: Il Poligrafo Edizioni
PAGINE: 208
EURO: 14,00
ISBN: 978-8871159829
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