Le agevolazioni previste dalla Legge 104 spettano anche alle coppie conviventi? Cosa è necessario sapere al riguardo.
Sono sempre più numerose le coppie che decidono per varie ragioni di non unirsi in matrimonio. Una scelta dettata da questioni pratiche o basata su convinzioni personali, ma che nulla toglie al legame che si costruisce con l’altra persona.
Con il termine “conviventi” ci si riferisce a due persone maggiorenni che vivono sotto lo stesso tetto e che sono legate da un rapporto sentimentale stabile. Tra loro non devono esserci vincoli di sangue, affinità o adozione, né matrimonio o unione civile.
Com’è giusto che sia, un’unione del genere include anche l’assistenza morale ed economica, perciò una Legge come la 104 apre la porta a vari quesiti: anche le coppie non sposate possono usufruire dei suoi vantaggi? Ed entro quali limiti?
Innanzitutto, in generale tale norma ha come obiettivo il benessere delle persone affette da disabilità. Per questo agevola i familiari di tali soggetti nel conciliare l’assistenza al lavoro attraverso detrazioni fiscali per le cure mediche, per l’acquisto di veicoli e dispositivi informatici, ma non solo. Quando si parla dei 3 giorni di permesso mensili retribuiti e del congedo straordinario, cosa accade per le coppie di fatto?
Con la circolare n. 36 del 2022, l’Inps ha fatto chiarezza sul tema delle coppie che non hanno contratto matrimonio e dove uno dei due componenti necessiti di assistenza. Ebbene, anche in questi casi il diritto alla 104 è riconosciuto. Ciò vale anche se la convivenza ha avuto inizio dopo la richiesta del congedo, purché essa persista per tutto il tempo nel quale si usufruisce del beneficio.
Inoltre, l’assistenza deve essere fornita esclusivamente al convivente e non ad un parente di quest’ultimo. Questa non è l’unica ottima notizia. Ci sono infatti altri vantaggi per chi convive e presta assistenza al partner disabile, vediamoli uno per uno:
Ricordiamo, inoltre, che dal 13 agosto 2022 non esiste più il limite del “referente unico”: prima di allora non era concesso beneficiare dei congedi a più di un lavoratore per il medesimo disabile, mentre ora tale diritto spetta a più familiari conviventi della persona affetta da handicap.
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